Cattedrale di San Lorenzo (Lugano)
Cattedrale di San Lorenzo | |
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Facciata | |
Stato | Svizzera |
Cantone | Ticino |
Località | Lugano |
Indirizzo | Via Cattedrale, 6900 Lugano |
Coordinate | 46°00′16.6″N 8°56′54.82″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Diocesi | Lugano |
Stile architettonico | gotico, rinascimentale, barocco |
Inizio costruzione | XI secolo |
Completamento | XVI secolo |
La cattedrale o duomo di San Lorenzo[1] è il principale luogo di culto cattolico di Lugano, situato nel quartiere di Lugano Centro, e cattedrale della diocesi omonima.
Di origine altomedievale, è stata ricostruita nel corso del XV secolo. Ha ricevuto il titolo di cattedrale nel 1888[2][3][4] e dal 1971 è sede vescovile.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Costruita nel luogo dove si trovava un'antica sepoltura,[2] la chiesa di San Lorenzo viene citata già nell'anno 818[5] con l'appellativo di plebana, quando l'edificio era costruito in stile romanico ed era orientato in senso opposto rispetto all'edificio attuale (scavi archeologici effettuati nell'attuale sagrato hanno infatti riportato alla luce l'originaria abside).
Al 1517 risale l'attuale facciata, attribuita a Tommaso Rodari.[2][4]
Epoca contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]Il 7 settembre 1888 con la bolla pontificia Ad universam, Papa Leone XIII costituì la diocesi di Lugano ed elevò la collegiata al rango di cattedrale.
Nel corso del XX secolo l'edificio è stato radicalmente ristrutturato, con l'eliminazione di due cappelle laterali e l'esecuzione di alcuni affreschi di Ernesto Rusca[N 1].
- 1905-1910. Restauri,[2][4] curati dall'architetto Guidini.[5]
- 2000 - 2004. Restauri che interessarono la facciata rinascimentale, le coperture, la parte alta del campanile e la barocca Cappella di Santa Maria delle Grazie.[5]
- (2009[5]/2010[2]) 2011 - 2017[2][5]. Restauri[4] strutturali e dell'intero apparato pittorico e decorativo delle superfici interne[5].
Riapertura prevista con le celebrazioni del 13, 14 e 15 ottobre 2017 per la ricorrenza dell'anniversario della dedicazione della cattedrale, testimoniata prima del XVI secolo e celebrata per tradizione il 14 ottobre.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Esterno
[modifica | modifica wikitesto]La pianta dell'edificio attuale è a tre navate, il campanile presenta una base romanica cui sono stati aggiunti successivamente due piani in stile barocco ed una lanterna ottagonale.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]Navata destra
[modifica | modifica wikitesto]- Prima campata: Cappella dei Santi Crispino e Crispiniano. Già appartenuta alla corporazione dei calzolai,[5] è un ambiente arricchito con figure allegoriche in grisaglia, opere di Giovanni Antonio Torricelli[5] quadraturista.
- Seconda campata: Cappella della Madonna delle Grazie. Ambiente sorto nel 1494,[2] come voto e ringraziamento per la fine della peste.[4] La primitiva cappella fu eretta dopo il contagio di peste del 1473.[5] Celebra il voto formulato per l'epidemia scoppiata nel 1629, meglio conosciuta come peste manzoniana. Rimodulata e restaurata nelle forme attuali nel 1746, con lavori diretti dall'architetto Giovanni Battista Casasopra di Gentilino nel periodo compreso fra il 1771 e il 1774[5]. Abbellita con otto statue in stucco poste su mensole, raffiguranti le Beatitudini, opere attribuite al comasco Stefano Salterio[5]. L'affresco Assunzione della Vergine orna la cupola, i personaggi Re Davide, Samuele, Neemia e Salomone abbelliscono i pennacchi. Venti pitture murali monocrome con temi di carattere biblico, realizzate dai fratelli Giuseppe Antonio Maria (figurinista) e Giovanni Antonio Torricelli (quadraturista) del 1774 completano il decoro.[5] L'altare, incassato in una grande nicchia, si mostra come inserito in una prospettiva concava, determinata dalle sfaccettature delle altre pareti altrettanto incavate del vano, costituita da colonne ioniche sormontate da elaborati capitelli corinzi, che alla base delle volte reggono un articolato cornicione dalla ricca modanatura. La mensa in marmi policromi e pietre dure, ornata da un artistico paliotto e delimitata da colonne in contrasto cromatico, è sovrastata da un timpano ad arco spezzato. Nella parte intermedia, una coppia di angeli con le ali spiegate, regge una corona. Sotto di essi una raggiera arricchita da teste di putti alate, nimbi e ghirlande fitomorfi, fa da corona al monogramma mariano. Pilastrini aggettanti appoggiati sulle cimase ospitano angioletti che reggono decorazioni che dipartono da un arco sommitale sormontato da ulteriore stele intermedia. All'interno della grande edicola, fra l'imponenza barocca della struttura e i richiami rococò delle decorazioni, campeggia la pala della Vergine in gloria raffigurata con Gesù e San Giovannino fra San Lorenzo e San Rocco, opera di Giovanni Battista Carlone del 1632.
- Terza campata: Cappella di San Pietro Martire. Pala d'altare raffigurante i Santi Pietro Martire e Vincenzo Ferreri[5], opera di Giuseppe Antonio Maria Torricelli del 1760.
- In fondo alla navata: statua raffigurante Sant'Ambrogio.[5]
Navata sinistra
[modifica | modifica wikitesto]- Cappella di San Nicola.[5]
- Cappella delle Sante Lucia e Apollonia, già di pertinenza della corporazione dei mercanti. Oltre al quadro dedicato alle due Sante, già pala della stessa cappella, questo ambiente ospita un Sacro Cuore di Gesù, dipinto nel corso del XX secolo.[5]
- Cappella di Santo Stefano.[5]
- Tabernacolo in pietra, scolpito da Tommaso Rodari agli inizi del XVI secolo.[5]
- Battistero, realizzato nel 1430 in stile gotico.[5]
Altare maggiore
[modifica | modifica wikitesto]- Altare di San Lorenzo. Frutto di interventi di Giovanni Battista Pinchetti della Val d'Intelvi e dei suoi eredi su disegno di Andrea Biffi[5], in seguito rielaborato dagli scultori Francesco Aprile detto il Pantera di Carona e da Silva di Morbio. Ulteriormente arricchito con l'aggiunta delle statue raffiguranti San Lorenzo e Santo Stefano nel 1705, opere realizzate da Giuseppe Rusnati su disegno di Francesco Pozzi di Lugano, manufatti posti ai lati dell'edicola a tempio colonnato della sopraelevazione. Nella nicchia centrale campeggia un ricco Crocifisso. Al 1708 risale l'ulteriore aggiunta dei numerosi angioletti con simboli dorati e ghirlande negli ordini superiori, alcuni collocati sui riccioli delle sime del timpano, una coppia in cima regge i simboli del martirio: palme, corona - simbolo di fedeltà - e la croce. Ulteriori lavori si registrarono nel 1890[5].
La mensa marmorea, sostituita nel 1890, è opera di Giovanni Andreoletti di Porto Ceresio. Gli stalli lignei del Coro dei Canonici risalgono al 1830 c., le decorazioni delle pareti con quadrature, della volta con nervature ad ombrello e l'affresco di fondo della parete absidale raffigurante la Gloria di San Lorenzo del 1764, sono opere dell'operato congiunto dei fratelli Torricelli[5].
I restauri conclusi nel 2017 hanno comportato la messa in opera di una cattedra, ambone e altare versum populum in pietra di Saltrio, di semplice, lineare e moderna fattura.[5]
Oratorio del Santissimo Sacramento
[modifica | modifica wikitesto]Ambiente costruito a partire dal 1605[5] e completato nel 1626, documentato già ornato dall'omonima confraternita.
Le decorazioni a stucco, furono realizzate nel corso del Seicento, dall'artista Galassini.[5]
Sopra l'altare campeggia l'effigie dei carmelitani, realizzata per conto di un gruppo di giovani devoti di Santa Teresa di Liseaux, i quali nel corso dell'Ottocento erano soliti frequentare l'oratorio in modo assiduo.[5]
Confraternita del Santissimo Sacramento
[modifica | modifica wikitesto]Sodalizio attestato presso la primitiva collegiata.
Campanile e campane
[modifica | modifica wikitesto]Il campanile, di origine romanica, fu rimaneggiato (in particolar modo con l'aggiunta del cupolino ottagonale sulla sommità della torre) negli anni 1633-1640 da Costante Tencalla, architetto bissonese attivo in Europa Centro-Orientale e a Varsavia nella prima metà del XVII secolo[6]. Pur lavorando a Vilnius, durante l'inverno tornava in patria, dove riceveva committenze non solo nella natia Bissone, ma anche a Lugano.
Il campanile ospita un concerto di 9 campane, di cui le prime 8 sono in scala di Si2 maggiore, mentre la più piccola è in Re4; seguono i dati delle campane[7].
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Organi a canne
[modifica | modifica wikitesto]Organo maggiore
[modifica | modifica wikitesto]Sulla cantoria in controfacciata si trova l'organo a canne Mascioni opus 292, costruito nel 1910[9].[5] Lo strumento, a trasmissione pneumatica, ha due tastiere di 58 note ciascuna ed una pedaliera di 27 note[5] e dispone di 28 registri.
Organo del coro
[modifica | modifica wikitesto]Nell'abside, dietro l'altare maggiore, si trova un organo positivo, costruito nel 1988 dalla Goll Orgelbau di Lucerna[10]. A trasmissione meccanica, ha un unico manuale e 3 registri.
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]-
Madonna con Bambino nella trabeazione del portale principale
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Il rosone
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Annunciazione e i Santi Sebastiano e Rocco
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La cappella della Madonna delle Grazie
Note
[modifica | modifica wikitesto]Esplicative
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Erneste Rusca ha fatto dipinti simili nella Basilica di San Sigismondo e Maria Assunta in Rivolta d'Adda
- ^ probabilmente Bonavilla
Bibliografiche
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cattedrale di San Lorenzo - Inventario dei beni culturali (archiviato dall'url originale il 4 novembre 2013).
- ^ a b c d e f g Cattedrale di S. Lorenzo, su Lugano Storia. URL consultato il 24 marzo 2023.
- ^ Parrocchia di Lugano (a cura di), Le vostre comunità parrocchiali, in opuscolo.
- ^ a b c d e Comune di Lugano (a cura di), Cattedrale di S. Lorenzo, in pannello esplicativo all'esterno del monumento.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y z aa ab Alessandro Crinari, Cattedrale San Lorenzo Lugano.
- ^ Ldk - Ticino.[collegamento interrotto]
- ^ (EN) Romeo Dell’Era, Romeo Dell’Era, “Le campane della cattedrale di Lugano: appunti di ricerca campanologica / Les cloches de la cathédrale de Lugano : notes de recherche campanologique”, Campanae Helveticae, 20 (2016), pp. 27-53 (deutsche Zusammenfassung: S. 53)., in Campanae Helveticae. URL consultato il 30 ottobre 2017.
- ^ Nicola Bonavilla e Nicolao Sottile.
- ^ Organo maggiore della Cattedrale S. Lorenzo di Lugano, su orgeldokumentationszentrum.ch. URL consultato il 15 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
- ^ Organo del coro della Cattedrale S. Lorenzo di Lugano, su orgeldokumentationszentrum.ch. URL consultato il 15 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Johann Rudolf Rahn, I monumenti artistici del medio evo nel Cantone Ticino, traduzione di Eligio Pometta, Bellinzona, Tipo-Litografia di Carlo Salvioni, 1894. p. 183-187.
- Siro Borrani, Il Ticino Sacro. Memorie religiose della Svizzera Italiana raccolte dal sacerdote Siro Borrani prevosto di Losone, Tip. e Libreria Cattolica di Giovanni Grassi, Lugano 1896.
- Alfred Gotthold Meyer, Oberitalienische Frührenaissance. Bauten und Bildwerke der Lombardei, II, Berlin, 1900, 249-258, 260-261.
- Edoardo Berta, La pietra, Milano 1914.
- Augusto Guidini, La cattedrale di San Lorenzo in Lugano, Lugano 1915.
- Enrico Maspoli, La cattedrale di San Lorenzo a Lugano, in Bollettino della Svizzera Italiana, I, Lugano 1926.
- Luigi Brentani, Miscellanea storica ticinese. Notizie d'arte, di coltura, i religione, di politica e i curiosità, Ati grafiche Bari & C., Como, 1926, 7-355; Idem, Antichi maestri d'arte e di scuola delle terre ticinesi. Notizie e documenti, I-VII, Cavalleri, Como 1937-1963.
- Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967.
- Agostino Robertini, La cattedrale di Lugano, Pedrazzini, Locarno 1969.
- Virgilio Chiesa, L'Educatore della Svizzera Italiana, marzo 1966.
- Romano Amerio, Introduzione alla Valsolda, Fondazione Ticino Nostro, Lugano 1970, 14-17.
- Luigi Brentani, Antichi maestri d'arte e di scuola delle terre ticinesi, II (1938), III (1939), VII (1963).
- Isidoro Marcionetti, La chiesa di san Lorenzo in Lugano. Storia e simbologia, S.A. Natale Mazzuconi, Lugano 1972.
- Walther Schönenberger, La facciata della cattedrale di san Lorenzo a Lugano, Mazzuconi, Lugano 1971.
- Giuseppe Gallizia, La cattedrale di San Lorenzo, secondo i documenti delle Visite pastorali (1578-1891), dattiloscritto, Lugano 1970.
- Sergio Gatti, Una sconosciuta opera di Gian Pietro e Ambrogio Donati: l'ancona lignea già in San Lorenzo a Lugano, in «Archivio Storico Ticinese», XVIII, 71, Casagrande, Bellinzona 1977.
- Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 254-257.
- Pierluigi Borella, Lugano, in «Helvetia Sacra. II.I. Le chiese collegiate della Svizzera italiana», a cura di Antonietta Moretti, Berna 1984, 121-134.
- Oscar Mischiati, Gli organi della Svizzera italiana. III. Organi antichi del Sottoceneri, Lugano 1993.
- Simone Soldini, I pilastri del portale mediano della Cattedrale di Lugano. Un esempio di rinnovamento nella scultura decorativa lombarda del primo Cinquecento, in «Florilegium. Scritti di storia dell'arte in onore di Carlo Bertelli», Milano 1995, 130-133.
- Oscar Mischiati, Gli Antegnati nella prospettiva storiografica, in Oscar Mischiati (a cura di), «Gli Antegnati. Studi e documenti su una stirpe di organari bresciani del Rinascimento», Bologna 1995.
- Mara Teresa Fiorio, La «buona maniera maderna» del Bambaia e lo «sperperato avello» dei Birago, in «Scultura lombarda del Rinascimento. I monumenti Borromeo» a cura di Mauro Natale, Torino 1997, 290, nota 24 (con l'attribuzione a Alessandro Della Scala dei «pilastri della cattedrale»).
- Ivano Proserpi, I Tencalla di Bissone, Feda Edizioni d'Arte S.A., Lugano 1999, 64-65.
- Elena Bugini, Il capitolo decorativo dell«Arte Antegnata»: caratterei distintivi degli «ornamenta» di una grande dinastia di organari, modi e protagonisti del loro allestimento, in «Quaderni di Palazzo Te», n.s., 5, Electa, Mantova 1999.
- Luciano Vaccaro, Giuseppe Chiesi, Fabrizio Panzera, Terre del Ticino. Diocesi di Lugano, Editrice La Scuola, Brescia 2003.
- Lara Calderari, Un inedito affresco d'inizio '300 dietro la facciata rinascimentale del San Lorenzo di Lugano, in «Bollettino Storico della Svizzera Italiana», CVI, Bellinzona 2003, 129-139.
- Patrizio Pedrioli, Restauri nel Ticino: notiziario 2004. Nota introduttiva, in «Bollettino Storico della Svizzera Italiana», CVIII, Bellinzona 2005, 374-382, 411-413.
- Paolo Venturoli, Il «Miracolo di San Domenico» dei fratelli De Donati, in «Studi sulla scultura lignea lombarda tra Quattro e Cinquecento», Torino 2005.
- Ugo Ravasio, La genealogia degli Antegnati organari, Ateneo di brescia, Brescia 2005.
- AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 295-298.
- Laura Damiani Cabrini, Caratteri di un'affermazione. Scultori e architetti dei «Laghi Lombardi» a Venezia nel Quattrocento, in «Arte&Storia», 40, Edizioni Ticino Management, Lugano 2008, 69-70 (portale principale della cattedrale avvicinato allo stile di Tullio e Antonio Lombardo).
- Yasmine Helfer, Guglielmo della Porta: dal Duomo di Genova al Duomo di Milano, in «Prospettiva», 132, 2008, 61-77.
- Lara Calderari, Laura Damiani Cabrini, Nicola Soldini, Lugano. San Lorenzo (cattedrale), in Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi (a cura di), «Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini. Itinerari», Officina Libraria, Milano 2010, 98-108.
- Romeo Dell'Era, Le campane della cattedrale di Lugano: appunti di ricerca campanologica / Les cloches de la cathédrale de Lugano : notes de recherche campanologique, in «Campanae Helveticae», 20, Genolier 2016, 27-53.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Giovanni Antonio Amadeo
- Antonio Della Porta
- Tommaso Rodari
- Giovanni Pietro e Giovanni Ambrogio De Donati
- Costante Tencalla
- Giuseppe Antonio Maria Torricelli
- Giocondo Albertolli
- Giovan Giacomo Antegnati
- Otto Maraini
- Tita Carloni
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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